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Per una Nuova Sportività

Discussione in 'Chiacchiere sul Tennis Tavolo' iniziata da eta beta, 4 Dic 2011.

Status Discussione:
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  1. eta beta

    eta beta Pnaftalin Balls

    Categoria Atleta:
    6a Cat.
    Squadra:
    TT Ossola 2000 Domodossola
    Le più elementari nozioni di antropologia ci dicono che l'animale uomo è fatto anche di aggressività. Fuori dalle caverne, l'aggressività ci salvava la vita. Senza aggressività avremmo avuto solo l'istinto di conservazione, molto utile in diverse circostanze, ma scappando di fronte al predatore avremmo fatto il suo gioco, voltandogli le spalle.
    E oltre che per difenderci l'aggressività ci è servita per attaccare quando la necessità lo imponeva.

    Questo "istinto" ci è stato tramandato in eredità, come il residuo istinto della caccia.

    L'aggresività oggi trova sfogo nelle guerre e dove, fortunatamente, le guerre non ci sono questa viene convogliata in molti aspetti della nostra vita quotidiana; anche nello Sport che è un surrogato simbolico della guerra e della caccia.

    L'aggressività deteriore mi sembra quella che alcuni individui sfogano andando in branco allo stadio e poi mettendo a ferro e fuoco le città, perlopiù quasi incuranti di ciò che avviene sul terreno di gioco. Praticando attivamente lo Sport già questa aggressività deteriore viene mitigata.

    Ma l'Uomo tende ad elevarsi dalla sua posizione di scimmia pensante.
    La competitività può prescindere dall'aggressività, a mio parere.

    Nella competitività sociale l'Uomo tende a far prevalere se stesso, non necessariamente ad annientare l'Altro. Per elevarsi non si è obbligati a schiacciare gli altri.
    Come fare per trasferire nello Sport questa "aggressività positiva"?

    Giocando non contro l'avversario ma contro noi stessi, contro le nostre insicurezze, contro i nostri limiti per cercare di superarli.

    Io credo si possa raggiungere lo scopo cambiando il nostro modo di vedere l'Avversario.
    Passare dall'avversario "nemico" all'avversario "specchio".

    Mi spiego: proviamo ad immaginare l'avversario che consideriamo più forte di noi come uno specchio deformante che ci restituisce un'immagine ingrandita di noi stessi. Siamo sempre noi ma più grandi e più forti. Ma sappiamo anche che il nostro alter ego ha pure i suoi difetti perché sappiamo di averne noi. Allora il tentativo di battere l'avversario diventerà il tentativo di migliorare noi stessi, di superarci, cercando di cogliere i suoi punti deboli come se fossero i nostri. E allo stesso tempo avremo neutralizzato l'aggressività "negativa" verso l'Altro.

    Allo stesso modo con l'avversario che sulla carta riteniamo più debole. Immaginiamolo come fosse l'immagine riflessa da uno specchio concavo che ci fa più striminziti o più bassi e larghi. Normalmente di fronte ad un avversario così saremmo tentati di sopravvalutarlo cadendo così in un errore madornale.
    Pensando invece che quell'avversario siamo sempre Noi stessi, consapevoli delle armi di cui disponiamo, ci guardeemo bene dal prenderlo/prenderci sottogamba.

    E' interessante anche la gara ad armi pari, con l'avversario sul nostro stesso piano di partenza. Avremo di fronte uno specchio piano, normale e davanti a noi vedremo noi stessi con l'incognita della forma fisica e dello stato d'animo del momento. Proprio lì dobbiamo fare la ricerca necessaria per superare noi stessi.. quel tanto che basta a vincere la partita.

    ____________________________________________


    Io credo che questo tipo di approccio mentale alla pratica agonistica oltre che più efficace sul piano dei risultati a lungo termine, operando sull'autostima anzichè su tutta una serie di armi a doppio taglio che finirebbero inevitabilmente per portarci a fare i conti col senso di colpa, sia anche socialmente più costruttivo. Proviamoci, che ci costa. Magari funziona. ;)
     
  2. eta beta

    eta beta Pnaftalin Balls

    Categoria Atleta:
    6a Cat.
    Squadra:
    TT Ossola 2000 Domodossola
    Il thread ha diverse chiavi di lettura. Credo che l'aspetto del giusto atteggiamento psicologico nell'affrontare il match non sia secondario ad un modo positivo di convogliare l'aggressività.

    Il risultato potrebbe essere molteplice. Imho.
     
  3. record

    record Utente Attivo

    Aggressività: reazione violenta e incontrollabile a un episodio imprevisto che tocca la mia identità o integrità.

    Della serie l avversario prende l ennesima retina e allora io gli tronco la racchetta nei denti :D :D. :D
     
  4. eta beta

    eta beta Pnaftalin Balls

    Categoria Atleta:
    6a Cat.
    Squadra:
    TT Ossola 2000 Domodossola
    Reazione condizionata dall'aggressività. :D

    Diciamo che il thread voleva rivolgere l'attenzione verso una neutralizzazione dell'aggressività attiva, più che verso l'aggressività reattiva. L'aggressività reattiva può diventare comprensibile e perlopiù non si sfoga sull'oggetto frustrante (sè stesso o l'avversario) ma su transenne, racchette.... palline.. :D

    Dal sito "paceguerra":

    "La maggior parte degli psicologi definisce aggressività ogni comportamento teso a fare del male ad un'altra persona, fisicamente o psicologicamente. L'aggressività ha una base naturale cui però si aggiungono le condizioni sociali, che possono favorire uno stato di frustrazione e, di conseguenza, di collera. Spesso l'aggressività è diretta all'agente frustante, ma può anche essere spostata verso persone od oggetti differenti da esso.

    Nella psicologia individuale l'aggressività è interpretata come un'espressione della "volontà di potenza", diretta al superamento dei sentimenti d'inferiorità. Sia nell'uomo, sia nell'animale vi è un'aggressività sana che permette loro di affrontare i pericoli e le difficoltà della vita con coraggio, audacia e iniziativa; ma nella specie umana essa ha manifestazioni particolari e diverse nell'uomo (es: colpisce col pugno) e nella donna (es: graffia), che derivano anche dalle peculiari caratteristiche fisiche dei due sessi. Negli animali l'atteggiamento aggressivo è legato ad una necessità di sopravvivenza, mentre nell'uomo subentrano altri elementi che qualificano il suo comportamento come irresponsabile.

    L 'aggressività, infine, sia nell'uomo sia nell'animale, è causata dagli impulsi dell'ipotalamo e da situazioni esterne e può, inoltre, trasformarsi in atteggiamenti d'odio o d'amore. Gli psicologi individuano anche un'aggressività ostile, definita come l'insieme di atteggiamenti accompagnati da collera o da qualche altra emozione negativa. Essa può essere causata da motivi psicologici, fisici, familiari e sociali. Tra le cause di ordine psicologico rientrano inoltre varie tipologie di frustrazione."

     
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