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Il tavolo...di Natale (racconto)

Discussione in 'Chiacchiere sul Tennis Tavolo' iniziata da eta beta, 4 Gen 2009.

Status Discussione:
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  1. eta beta

    eta beta Pnaftalin Balls

    Categoria Atleta:
    6a Cat.
    Squadra:
    TT Ossola 2000 Domodossola
    Il tavolo… di Natale (racconto di eta beta).


    Era lì, “sul gradino più alto del podio”. Nonostante la sua giovane età, lo aveva sentito ripetere centinaia di volte, alla televisione o sui giornali.
    Stavolta lo si sarebbe scritto solo per lei. Era la sua vittoria. La prima così prestigiosa. La prima così sofferta.

    Si sentiva bene, quel giorno di dicembre. Le vacanze di Natale erano vicine e la scuola non l’avrebbe stressata per un po’. Ma prima dei pranzi, dei doni e degli auguri, c’era quell’ultimo torneo dell’anno.
    Un torneo importante.

    Erica era passata da poco 3° categoria ma aveva fatto capire a tutte le altre che era tutt’altro che una debuttante. Aveva solo quindici anni ma con una grinta e una voglia di emergere, nello sport tanto amato, che ore ed ore di allenamenti non le facevano paura. Anzi a volte la mamma le diceva: “basta, Erica, devi riposarti un po’, la scuola ti impegna già molto e tu stai crescendo, il tuo corpicino ha bisogno di tempo per crescere e tu lo impegni troppo a giocare a ping pong”.
    I discorsi della mamma erano infarciti più di apprensione che non di medicina sportiva, ma si sa, le mamme sono tutte uguali.

    Il girone era passato senza difficoltà, solo una ostica del Piemonte col suo gioco fastidioso e quell’espressione spocchiosa sempre stampata sul viso. Erano tutte amiche , o quasi, l’unica veramente antipatica era quella piemontese che si teneva un po’ isolata dalle altre.
    Finì 3 a 2 per Erica, dopo aver sudato sette… magliette!

    Dopo il girone era stata una cavalcata tranquilla fino alla semifinale. Ora veniva il primo grosso ostacolo e non perchè la sua avversaria fosse data come favorita, anzi, sapeva di potersela giocare. Il problema era un altro: Chiara era la sua migliore amica.
    Entrambe allieve del tecnico sloveno Bojan, Erica e Chiara erano le sue “creature” più riuscite.
    Le aveva prese che non erano più piccolissime, appena uscite dalle elementari, e in poco tempo ne aveva fatto due promesse del pingpong.

    Il destino beffardo aveva deciso che solo una delle due avrebbe affrontato in finale la temibile Rossinelli, una ragazza varesina veramente brava e tenace, prossima al passaggio alla 2° categoria.

    La partita di Chiara ed Erica era stata una delle più brutte che avessero mai giocato. Tese come corde di violino erano tutte uno “scusa” o un “perdonami” ad ogni minimo dubbio di punto fortuito.
    Anche il gioco era una pena. Passavano per essere due attaccanti sfrontate e invece macinavano palleggi interminabili, annichilite dalla paura e dallo scrupolo.
    Alla fine, 14-12 al quinto, aveva prevalso Erica e la loro stretta di mano era stato un gesto liberatorio.
    Chiara si era avvicinata all’orecchio di Erica e le aveva sussurrato: “in fondo è meglio così, io con la Rossinelli me la sarei fatta addosso”.

    Ora era lì, nel tempio del ping pong italiano, il Palazzetto De Santis di Terni, nella sua prima finale che contava.
    Le mani le sudavano e la racchetta scivolava via come una sardina. Mentre si piegava per rispondere al servizio della “Ross” le sembrava di avere le ginocchia di una novantenne.
    Però era riuscito a scapparle un sorriso fra sé e sé, mentre pensava al nonno che quando era in trepidazione diceva: “le ginocchia mi fanno “giacomo…giacomo”…”.

    Pronti, via….servizio corto della Rossinelli, palleggio corto di Erica sul rovescio della Ross che tenta un’ apertura di polso piuttosto debole e lunga sul dritto di Erica.
    Erica si piega a caricare il top che le esce potente ed angolato, con la Ross lanciata a recuperare una palla destinata a passare lontana dalla sua racchetta.
    1-0… il ghiaccio era rotto. Ora si trattava di dimostrare che: “nessuna avversaria è più forte di te finchè non ti ha battuta”.
    Erica era determinata a vincere quella partita e ogni volta che raggiungeva Bojan all’angolo, era sempre più convinta di potercela fare.
    Primo set 1-0. Secondo set 2-0. Tutto troppo facile. Infatti Bojan sapeva che la Ross non era tipa da mollare così facilmente e aveva dovuto tenere Erica coi piedi per terra per evitare che il suo volo pindarico finisse con una caduta rovinosa.

    Infatti la Ross non si fece pregare: aveva capito che Erica era lenta a tornare a coprire il lato del dritto e la teneva rovescio/rovescio per poi far partire un dritto incrociato molto forte che Erica faticava a riprendere.
    Erano così arrivate sul 2 pari e le urla di Bojan, per convincere Erica ad essere pronta sulle gambe a coprire gli attacchi della Ross, avevano attirato l’attenzione di tutta la palestra.

    Il quinto set fu uno studio da parte di entrambe, palleggi continui a cercare l’apertura buona.
    Fino a che qualcosa cambiò nell’incontro. Erica serviva più corto che poteva e la Ross faticava ad aprire. Il tecnico della Ross, un burbero bulgaro di 60 anni, molto bravo nel suo mestiere, aveva urlato alla Ross che doveva smetterla di palleggiare e fare il gioco che sapeva fare.
    Purtroppo la ragazza non si sentiva sicura e le sue aperture sul servizio tagliato corto di Erica erano goffe e attaccabili.

    Sul 7 pari però era capitato il fattaccio. Erica per 2 volte aveva servito cortissimo e la risposta in apertura di rovescio della Ross aveva, tutte e due le volte, toccato la retina per poi cadere a foglia morta dall’altra parte del tavolo. Per ben due volte di seguito, Erica, esterrefatta, aveva tentato un balzo per poi fermarsi a guardare quell’ingrata pallina del colore dell’ittero, sfotterla senza lasciarsi prendere.
    Da quel momento la rabbia di Erica si trasformò in una furia agonistica mai vista e la povera Ross aveva dovuto subire una serie di attacchi che faticava a contenere.
    Chiara, seduta poco distante da Bojan si stava spellando le mani dagli applausi e torturando le corde vocali dagli strepiti.
    Erica non voleva deluderli, non voleva deludere la mamma che era rimasta a casa e non si sarebbe perdonata di averle fatto mancare il suo portafortuna, il fratellino Jordi.
    Ma soprattutto non voleva deludere se stessa, quella ragazzina caparbia che affrontava chilometri e
    sacrifici per potersi allenare adeguatamente ed ora reclamava la propria ricompensa.
    E allora furono punti bellissimi e ad ogni punto ripeteva dentro di sé: “Te lo meriti, te lo meriti”.

    Sul 12-11 per Erica gli occhi della Rossinelli si erano piegati un po’all’ingiù dandole un’espressione di presagio funesto. Quella ragazzina, lì di fronte a lei era brava, e non aveva minimamente sofferto il timore reverenziale che molte pativano quando la dovevano affrontare. Questo bastava a farne un’avversaria più che degna… e con qualche anno d’esperienza in meno, perdipiù.

    Dopo un paio di controtop incrociati di dritto, Erica, senza muovere le spalle e le gambe da quella posizione, all’ultimo si sporse un poco più avanti sul tavolo e lasciò partire un top lungolinea che la Ross fece solo in tempo a veder sfilare via come un fidanzato che scappi con la tua migliore amica.

    Ora era lì, sul fatidico “gradino più alto del podio” tutta emozionata e, mentre guardava Bojan e Chiara che applaudivano e scattavano foto, fu assalita da un pensiero dolcissimo.

    Era il Natale di pochi anni prima e la mattina del giorno più bello dell’anno per una bambina di 10 anni, Erica scese in garage dove erano sistemati i regali più ingombranti.
    Papà aveva pensato ad una bicicletta per Erica e ad un tavolo da ping pong per sé e per Andrea, il fratellone di Erica.
    Andò a finire che la bicicletta restò infiocchettata in un angolo del garage e che Erica, Andrea e papà si sfidarono per tutto il resto delle vacanze di Natale, in interminabili sfide a ping pong.
    L’imprevisto fu che, siccome chi vince resta e chi perde sfida, Andrea e papà dovettero alternarsi al tavolo da pingpong mentre Erica non si schiodava mai dal momento che era praticamente imbattibile per quei due brocchi.
    Verso l’Epifania, Andrea cominciò a dire che il ping pong era uno sport di serie B mentre Erica, faceva sudare al “vecchio”, le fatidiche sette camicie, una partita dopo l’altra.
    Ma soprattutto gli faceva inumidire gli occhi, pieni d’orgoglio per quella figlia così atletica e piena di grinta.


    Erica era scesa dal podio con ancora nella mente il pensiero degli occhi lucidi di suo padre.
    Intorno fervevano altre partite, altre urla di gioia e altre imprecazioni. Le premiazioni del tennistavolo sono sempre un fatto privato di chi le vive in prima persona, da giocatore, da allenatore o da genitore.
    Erica aveva accettato quella strana consuetudine e condivideva la gioia coi suoi amici, incurante di tutta quella vita che scorreva intorno a lei, a sua volta incurante della sua grande, appagante felicità.
     
    A MATADOR piace questo elemento.
  2. jacopong

    jacopong Utente Attivo

    Qualifica Tecnico:
    Tecnico di Base FITeT
    Categoria Atleta:
    4a Cat.
    Grande Erica!!! :clap: :clap: :clap:
    E complimenti a te per il racconto!!! :approved:
    Ma... "ogni riferimento a fatti e persone reali è puramente casuale", oppure no? :mumble: :D :D :D
     
  3. eta beta

    eta beta Pnaftalin Balls

    Categoria Atleta:
    6a Cat.
    Squadra:
    TT Ossola 2000 Domodossola
    Sì, ogni riferimento a fatti e persone è puramente casualissimo, ho utilizzato nomi di persone che conosco nell'ambiente ma senza riferimenti con la storia che è di pura fantasia.

    Per la cronaca: il nome di Erica è come quello di una ragazzina molto brava che giocava a Domodossola ma che ha preferito il calcio femminile. Il personaggio di Erica è più ispirato a Giorgia Piccolin, ma non è del tutto aderente alla persona reale. C'è un riferimento al fratello Jordi che lascia intendere un collegamento. A Terni ho assistito alla finale di Giorgia nella 4a cat. e mi ha dato l'ispirazione ma non ci sono altri riferimenti biografici.

    Chiara... come Kiara 91. Rossinelli di Varese come un giocatore reale, ma di sesso maschile. La piemontese ostica e antipatica non esiste.
    Bojan e il bulgaro sono solo esempi di tecnici stranieri che lavorano in Italia, senza riferimenti a persone reali.
     
  4. superciuk

    superciuk Si fa Giorno e cala la notte.

    Stesso mio pensiero. :)

    Cmq. complimenti sembra tutto vero, compresa la preoccupazione della mamma. :sisi::D
    E anche "l'antipatica" che forse è solo incompresa. :)
     
  5. eta beta

    eta beta Pnaftalin Balls

    Categoria Atleta:
    6a Cat.
    Squadra:
    TT Ossola 2000 Domodossola
    Dai, fatemi capire cos'è che stuzzica la vostra fantasia? :D E' una storiella verosimile ma non reale. Avevo in mente di scrivere un raccontino per Natale, ambientazione ping pong ed emozioni. :)
     
  6. kiara91

    kiara91 W tt le pongiste

    Categoria Atleta:
    3a Cat.
    Squadra:
    T.T. Alto Sebino
    oh! che onore caro eta beta!!! grazie!..cmq bellissima storia...e in tante cose mi ritrovo..!
     
  7. sunnie

    sunnie ...OgniTanto...

    Nome e Cognome:
    Susanna
    Prima di tutto: buon anno Eta Beta.:corn:

    Complimenti per questo tuo terzo racconto in forum, sempre ottimamente scritto ed ogni volta ricco di trepide emozioni contornate dal mondo pongistico.

    Leggo sempre, nei tuoi racconti, questa vena mansueta, amorevole, cortese, altruista e lieta che indubbiamente rendono la lettura molto piacevole.
    I racconti a lieto fine od il loro contorno così bonario indubbiamente riscaldano la mente ed il cuore però si sa che la realtà non è sempre così, credo lo sia difficilmente.

    Non è sempre così perché non è detto che le mamme siano tutte uguali, non è detto che si possono avere genitori che ti seguono. In questo specifico caso negli interessi sportivi e, di conseguenza, che si possano emozionare e/o giocare e/o scherzare e/o aiutare e non è detto che gli amici siano propriamente degli amici..però questi, in fondo, colpiscono meno "di top spin":D rispetto a dei genitori....

    Pessimista? No...realista. Si anche a Natale.:)

    Però...,a parer mio, e' un buon racconto Eta...perché, forse, fa anche un pò sognare. Auguri!:birra::birra:
     
  8. vincenzogiordan

    vincenzogiordan Lightsider

    Categoria Atleta:
    4a Cat.
    Squadra:
    a.s.d. t.t. krimisa
    Grande Erica!
    Bravissimo "eta beta" per il racconto:appl:
     
  9. ferro

    ferro Nuovo Utente

    Nome e Cognome:
    Giacomo Ferrato
    Categoria Atleta:
    4a Cat.
    Squadra:
    tt savigliano
    :clap::clap::clap: bravissimo
    ci vediamo martedì ciao
     
  10. jacopong

    jacopong Utente Attivo

    Qualifica Tecnico:
    Tecnico di Base FITeT
    Categoria Atleta:
    4a Cat.
    Effettivamente il racconto manca un po' dello spessore, della complessità e della crudezza che spesso la realtà porta con sè. Potremmo allora considerarlo una bella "favola" natalizia... :approved:
     
  11. eta beta

    eta beta Pnaftalin Balls

    Categoria Atleta:
    6a Cat.
    Squadra:
    TT Ossola 2000 Domodossola
    Buon Anno cara Sunnie, grazie Ferro, grazie Jaco, grazie Vincenzo. :)

    E' senza dubbio una favola natalizia. A Natale anche Kafka o Verga avrebbero forse scritto storielle a lieto fine.
    Forse proprio perchè c'è molto "brutto" in giro, la scrittura cerca di portare speranza. Speranza di amicizia vera senza invidia. Speranza di ricompensa per la fatica e l'impegno. Speranza di riconoscenza da parte di un genitore, di un allenatore, di un dirigente.
    Volevo scrivere una storia al femminile. Sono affascinato dal modo in cui le ragazze vivono la competizione, la rivalità, il cameratismo.
    Purtroppo non riesco sempre ad entrare sotto la superficie. Molti abbracci e baci tra le ragazze magari non sono del tutto sinceri ma gli occhi non tradiscono mai, e la prima cosa che guardo in una persona è la luce che ha negli occhi. Difficilmente sbaglio.

    P.S. x Ferro: martedì niente pischello... vedi di farti onore!
     
  12. jacopong

    jacopong Utente Attivo

    Qualifica Tecnico:
    Tecnico di Base FITeT
    Categoria Atleta:
    4a Cat.
    Anche Kafka?
    Sinceramente ho i miei dubbi... :mumble: :mumble: :mumble:
     
  13. ZZTOP

    ZZTOP fanzz

    Categoria Atleta:
    Promozionale
    :mumble: BETA hai un po' del FYODOR...:D

    non entrare sotto la superficie mancanza grave è.....:D....
    che fai le baci e abbracci tutte tu?

    ps guarda che i camerati ci son anche tra gli uomini...:eek::D:D
    se non son camerati al limite son compagni...:confused:

    anchio guardo negli occhi.......:eek::D il primo sguardo è quello che conta...:eek::D

    beta lo sai che son il "tuo bastian all'incontario":D

    bella lei bella la ns nuova segretaria !:D
    bella intelligente e scrittrice

    buona befana beta....:rotfl:
     
  14. eta beta

    eta beta Pnaftalin Balls

    Categoria Atleta:
    6a Cat.
    Squadra:
    TT Ossola 2000 Domodossola
    Grande ZZ. Nonostante mi bastoni.. soprattutto al tavolo, ho sempre piacere a confrontarmi con te :D

    Anzi, senti, dedicami ogni volta un po' di tempo, fammi fare una partitina con te. Magari qualche punto in più riuscirò a farlo. Gioco sempre coi soliti 3 o 4 e non miglioro. Con stima, Eta.
     
  15. sunnie

    sunnie ...OgniTanto...

    Nome e Cognome:
    Susanna
    Caro Eta...si il tuo racconto è una bella favola.:)

    Ho avuto modo già di scriverlo in forum io sono una donna che sinceramente non ha molte amiche donne. Le mie vere amiche donne si contano sul palmo di una mano. L'universo femminile è molto complesso e lo è anche nel mondo sportivo. Ho giocato anni a tennis ed il calore, il rispetto, il cameratismo ma soprattutto l'amicizia che sa regalarti un uomo personalmente non l'ho mai riscontrata in una compagna di corso. Che dire? Sarò stata sfortunata...ma questo è sempre quello che è capitato a me. E non solo nel mondo sportivo..questo mi succede anche nella vita di tutti i giorni.
    All'inizio e quando ero più piccola ci ho sofferto..dopo ho ampiamente imparato a fregarmene.
    Gli uomini sono più semplici, gli uomini se ti devono dire una cosa te la dicono in faccia e non per sentito dire. Ohh certo esistono anche tanti uomini "pettegoli" ... ma,in un uomo, difficilmente c'é cattiveria, può subentrare, a volte, se è stato ferito nei sentimenti e nell'orgoglio ma non da un altro uomo, da una donna.
    A parer mio non è importante entrare sotto la superficie, è, infatti, risaputo che gli occhi "dovrebbero" essere lo specchio dell'anima.
    Sto parlando in generale e non specificatamente della luce degli occhi di una donna, anche gli uomini emanano luce. Ed anch'io come te difficilmente sbaglio nel giudicare, però siamo umani ed è proprio per questo motivo che tutti possiamo sbagliare. Questo è importante non dimenticarselo mai.

    Ancora auguri e come ha scritto ZZ buona befana!:D;)
     
    A MATADOR piace questo elemento.
  16. jacopong

    jacopong Utente Attivo

    Qualifica Tecnico:
    Tecnico di Base FITeT
    Categoria Atleta:
    4a Cat.
    E come diceva qualcuno:
    “Non c’è niente di più profondo di ciò che appare in superficie”

    :rolleyes:
     
  17. sunnie

    sunnie ...OgniTanto...

    Nome e Cognome:
    Susanna
    Georg Hegel;)

    "E' meglio essere odiati per ciò che si è che essere amati per ciò che non si è." (André Gide)
     
  18. kiara91

    kiara91 W tt le pongiste

    Categoria Atleta:
    3a Cat.
    Squadra:
    T.T. Alto Sebino
    perfettamente daccordo con te!...giocando in una squadra di sole ragazze tutti i giorni ne ho la conferma...c'è sempre molta rivalità e tendenza a primeggiare...però qst non vuol dire che i nostri rapporti siano fasulli o poco sinceri..anzi...secondo me dipende dalle persone(anche se è vero che tendenzialmente sono piu femmine)
     
  19. Dan

    Dan Utente Attivo

    :clap:Bravo eta,ci voleva un racconto natalizio:clap:
    Complimenti anche da parte mia,il tuo stile di scrittura mi piace molto:metal:
    Secondo me in questo racconto,magari inconsciamente,hai messo anche un po' del tuo essere genitore.
    Per esempio facevo caso al fatto che la protagonista ha proprio la stessa età di tuo figlio,ed è anche lei una 3 cat.
    Oppure in passaggi come questo:

    qualcosa di personale si coglie;)
    Ma mi sa che anche stavolta si tratta piu' della mia fantasia di lettore:D
    Che tradotto in parole povere vuol dir che nun'agg capit nient:D
    Complimenti di nuovo comunque;)
     
  20. sunnie

    sunnie ...OgniTanto...

    Nome e Cognome:
    Susanna
    Ciao Kiara,

    un buon rapporto lo si costruisce con il tempo e la sincerità non appartiene ad ogni individuo è un pregio che non tutti posseggono.

    Le ragazze sono portate a primeggiare e sono portate a fare cameratismo se, in fondo, conviene. Non sempre, sia chiaro Kiara:p, ma la maggior parte delle volte succede così.

    Ritengo "l'arma" migliore per combattere la rivalità tra donne avere la sicurezza di noi stesse. Si! Cercare di sentirsi in un certo qual modo uniche in mezzo a tante teste. Si potranno commettere errori, si potranno avere delusioni, ma.....

    "NON MOLLARE MAI E CREDI SEMPRE IN TE STESSA E I RISULTATI ARRIVERANNO!" (Sempre e comunque!;))
     
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